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Roma Self-Made: abusivismo a Roma e analisi delle Zone “O”

di Federico Bianchini, Lorenzo Cupertori, Andrea Liberatore, Giacomo Lugni, Giacomo Quassinti

In questo lavoro abbiamo indagato le aree definite come Zone “O”, le quali attualmente costituiscono il riconoscimento urbanistico di zone di edilizia spontanea nel Comune di Roma.

Per poter comprendere cosa ha dato origine al fenomeno delle Zone “O” abbiamo studiato temi più generali quali l’abusivismo e i condoni edilizi. I dati di cui ci siamo serviti nella nostra indagine sono stati ricavati da vari testi e articoli, tra i più importanti: La metropoli spontanea: Il caso Roma, 1925-1981: sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano, a cura di Alberto Clementi e Francesco Perego, 1983; Breve storia dell’abusivismo edilizio in Italia, a cura di Paolo Berdini, 2010; Abusivismo e reati edilizi, tesi in Diritto penale dell’ambiente A.A 2012-2013, università Luiss; La forma della città e Le frontiere dell’urbano, a cura di Keti Lelo, 2006; Roma “Città fai da te”, a cura di Carlo Cellamare; Le mappe della disuguaglianza, a cura di Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi, 2019.

L’abusivismo edilizio si è diffuso a Roma a partire dagli anni Venti del Novecento ed ebbe una forte accelerazione dopo la fine della Seconda guerra mondiale, per via della costante domanda di abitazioni delle classi meno abbienti e per la mancanza di adeguati strumenti di contrasto al fenomeno da parte delle amministrazioni. Il fenomeno è molto rilevante, basti pensare che più di un terzo dell’edilizia residenziale ha origine abusiva e più di un terzo della popolazione vive in aree di origine abusiva. È possibile suddividere le varie ondate di abusivismo avvenute negli anni in diverse categorie: l’abusivismo di necessità (costruzioni di baracche); l’abusivismo di convenienza (abitazioni più qualificate dotate di giardino) e l’abusivismo speculativo (realizzazione di palazzine) fino ad arrivare a forme organizzate e industrializzate di speculazione edilizia.

A partire dagli anni Settanta le amministrazioni locali cercarono di contrastare le drammatiche condizioni socioeconomiche e le gravi carenze infrastrutturali nelle aree abusive attraverso un piano di risanamento delle borgate e un piano di edilizia economica e popolare, ma tutto ciò non riuscì a porre fine all’incessante azione di urbanizzazione abusiva del territorio. Per “regolarizzare” la condizione abusiva delle abitazioni negli anni Ottanta è stato concepito il meccanismo del condono edilizio. Sino ad oggi, in Italia i condoni edilizi sono stati tre: nel 1985, nel 1994 e nel 2003.

Per la parte applicativa del progetto ci siamo prevalentemente soffermati sul materiale disponibile sul sito di Roma Capitale e sul blog #mapparoma per tracciare le Zone “O” e fare analisi e confronti socioeconomici tra le varie zone urbanistiche. L’analisi è stata suddivisa in due parti: nella prima è stato effettuato un confronto iniziale tra le zone urbanistiche di Roma che contengono Zone “O”; nella seconda parte, è stato effettuato un focus nel dettaglio sulle Zone “O”, tramite i dati “Roma Capitale”.

Come vediamo nella Mappa 1, le zone urbanistiche nella classe 0-0, sono quelle al cui interno non presentano Zone “O”. Trattandosi di aree abusive delimitate tra il 1979 e il 1983, cioè successive alle zone F1 di insediamenti abusivi individuati nel 1965, la stragrande maggioranza di queste zone si trova oltre il GRA. Diversamente da quello che ci si può aspettare, la grandezza della Zona urbanistica non è correlata all’incidenza di abitanti in Zone “O”.

Mappa 1: incidenza della popolazione in Zone “O” sulla popolazione totale nelle Zone Urbanistiche.
Fonte: elaborazione degli autori tramite dati Mappa Roma e Roma Capitale.

Nella Mappa 2 rappresentiamo il numero di laureati nelle zone urbanistiche che contengono Zone “O”. Come si può evincere dalla mappa, ci sono quattro zone che spiccano per numero di laureati rispetto le altre. Queste si distribuiscono rispettivamente, due all’interno del GRA (Primavalle 19D; Buon Pastore 16B) e due all’esterno (Palocco 13D; Torre Angela 8F).

Mappa 2: laureati nelle Zone Urbanistiche contenenti Zone “O”.
Fonte: elaborazione degli autori tramite dati Mappa Roma.

Nella Mappa 3 possiamo notare come la zona urbanistica Torre Angela (8F), oltre ad essere quella con la maggior presenza di laureati, è anche quella che ha il numero più elevato di occupati (sempre in relazione alle sole zone urbanistiche che includono Zone “O”). Viceversa, Casal Palocco (13D), che nella Mappa 2 includeva un elevato numero di laureati, si presenta appartenente alla 4° fascia per numero di occupati. Quindi da questa prima analisi si potrebbe presumere come non vi sia una stretta relazione tra il numero di laureati e quello di occupati. La distribuzione del numero di disoccupati appare molto simile alla mappa degli occupati, ad esempio possiamo notare come la zona urbanistica Torre Angela (8F) ha contemporaneamente sia il maggior numero di occupati che di disoccupati. Questo perché Torre Angela è quella che presenta un più alto numero di abitanti, pari a 88.910.

Mappa 3: occupati Zone Urbanistiche contenenti Zone O.
Fonte: elaborazione degli autori tramite dati Mappa Roma.

Come si può notare nella Mappa 4, anche per l’indicatore riguardante la presenza di stranieri, è possibile evidenziare una forte presenza di stranieri in quasi tutte le zone urbanistiche al cui interno si trovano Zone “O”, in particolare nella zona urbanistica di Torre Angela (8F), con il numero maggiore pari a 9.327 su 88.910 abitanti totali nella zona. Essendo il totale degli stranieri presenti in zone urbanistiche al cui interno si trovano Zone “O” pari a 63.892, vediamo che il 14,5% di questi risiede a Torre Angela.

Mappa 4: stranieri Zone Urbanistiche contenenti Zone O.
Fonte: elaborazione degli autori tramite dati Mappa Roma.

Procediamo ora con l’analisi riguardante la seconda parte.

La Mappa 5 analizza la popolazione in valore assoluto residente nelle 69 zone tracciate. Come è possibile vedere, risalta la presenza di due grandi zone appartenenti alla 5° fascia (19.777-40.184). Precisamente a Nord troviamo la Zona “O” denominata Palmarola-Selva Nera n°60 la quale è abitata da 40.184 persone, ossia il 10% della popolazione totale delle zone “O”. La seconda zona maggiormente popolata è situata a Sud della capitale ed è denominata Infernetto n°49 con un totale di abitanti di 29.192, pari al 7,4% della popolazione totale delle Zone “O”.

Mappa 5: popolazione Zone “O” Roma.
Fonte: Elaborazione degli autori tramite dati di Roma Capitale.

Dalla Mappa 6 risaltano due zone “O” con una maggior estensione territoriale. Queste sono rispettivamente: la Zona “O” Infernetto n°49 con una superficie pari a 534,379 ettari, ossia il 47% della superficie della zona urbanistica di riferimento; la zona Castelverde Osa-S. Eligio n°7 con un’area di 351,709 ettari, ossia il 25,5% dell’espansione dell’area 8E. Significative sono anche le Zone “O” con una superficie minore. Tra queste annoveriamo Fidene Villa-Spada n°1, Oasi S. Maura n°14 e Monte delle Capre n°50. Abbiamo selezionato queste zone, in quanto hanno un elevata popolazione rispetto alle dimensioni contenute della superficie.

Mappa 6: superficie in ettari Zone “O” Roma.
Fonte: Elaborazione degli autori tramite dati di Roma Capitale.

Per questo motivo ci si aspetta una rilevanza di queste zone riguardante la densità. Nella Mappa 7 possiamo notare come tre Zone “O” spicchino per densità rispetto le altre. Essendo Fidene Villa-Spada (zona urbanistica Fidene 4D); Oasi S. Maura (zona urbanistica Giardinetti-Tor Vergata 8C); Monte delle Capre (zona urbanistica Trullo 15D) zone particolarmente popolate rispetto all’esigua estensione, risultano quelle con maggior densità.

Mappa 7: densità ab/ha Zone “O” Roma.
Fonte: Elaborazione degli autori tramite dati di Roma Capitale.

Diversamente da quello che ci si possa aspettare, la quantità di verde pubblico, in Mappa 8, non è correlata alla estensione della zona di riferimento né al numero di abitanti. Infatti, le tre Zone “O” che fino ad ora sono risultate le più rilevanti (Infernetto; Palmarola-Selva Nera; Castelverde Osa-S. Eligio) con riferimento agli indicatori di popolazione e superficie, in questo caso appartengono alla 2° e 3° classe.

Mappa 8: verde pubblico mq/ab Zone “O” Roma.
Fonte: Elaborazione degli autori tramite dati di Roma Capitale.

In conclusione, dall’analisi effettuata possiamo osservare come sotto alcuni punti di vista, le zone periferiche e nello specifico le zone di riqualificazione urbana denotino una netta differenza sociale rispetto la Roma centro. Tuttavia, è possibile evidenziare segnali di inversione della rotta, che lasciano ben sperare.

Federico Bianchini, Lorenzo Cupertori, Andrea Liberatore, Giacomo Lugni, Giacomo Quassinti – studenti del corso di Laboratorio di analisi urbana e regionale, Dipartimento di Economia Aziendale, Università Roma Tre, a.a. 2019-20.

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