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Le attività culturali a Roma: un confronto tra l’offerta istituzionale e quella delle associazioni

di Alessandro Antonino Calamea, Elena Di Maggio, Alberto Mori, Eleonora Mura, Joys Rossi

Le attività culturali sono determinanti per l’economia e per la vita sociale delle città. Nel caso di Roma, si osservano forti disparità nella possibilità di accedervi da parte dei cittadini. Roma è una città con un’offerta culturale eccezionale che spazia in vari settori e che può essere classificata in due categorie:

  • un’offerta  istituzionale, curata dagli enti pubblici, ed  incentrata sulla valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città (musei, aree archeologiche e monumenti), un’importante industria cinematografica (Cinecittà) e delle arti dello spettacolo;
  • un’offerta associativa, ossia quella legata alla presenza di associazioni culturali sorte per volontà dei cittadini per promuovere le arti creative, che consideriamo espressione del dinamismo culturale dei quartieri e che abbiamo osservato in relazione al fenomeno della “Gentrification”, ossia della riqualificazione dei quartieri popolari in seguito ad un cambiamento del loro tessuto socio-culturale.

L’obiettivo di questa analisi è: 

  • Valutare la presenza e la distribuzione dell’offerta culturale istituzionale e associazionistica nel Comune di Roma; 
  • Comprenderne la diversa natura e gli scompensi nella distribuzione;  
  • Comprendere la relazione tra la distribuzione e i dati relativi al tessuto sociale e urbano;
  • Rilevare le forti disparità che si presentano nel Comune di Roma a livello di offerta culturale a seconda della localizzazione geografica;  
  • Individuare territori con potenzialità di crescita culturale;  
  • Individuare interventi mirati a migliorare le opportunità di esperienza culturale nei territori anche con il fine di promuovere un miglioramento del contesto sociale ed economico. 


Dati e metodologia di ricerca

Abbiamo raccolto e analizzato i dati relativi all’offerta culturale forniti dal progetto di cartografia ReTer:

  • l’elenco delle associazioni culturali del Comune di Roma, tra cui abbiamo selezionato le 731 associazioni che svolgono attività comprese nella classificazione ESSnet delle attività culturali.
  • l’elenco degli spazi della cultura a Roma, composto dai luoghi della cultura che fanno rifenimento al Mibac, i musei, le biblioteche e gli spazi per lo spettacolo della Regione Lazio, i musei, i teatri, le biblioteche, i Bibliopoint e gli spazi per attività culturali del Comune di Roma, i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti.

Analizzando la distribuzione territoriale di questi dati e confrontandola con la densità abitativa nel Comune di Roma, abbiamo sviluppato due mappe: “Luoghi della cultura istituzionali per mille abitanti” e “Associazioni culturali per mille abitanti”. L’unità territoriale di osservazione è la Zona Urbanistica (il territorio del Comune di Roma è stato suddiviso in 155 Zone Urbanistiche a fini statistici).

Nel nostro studio siamo partiti dal presupposto che i dati sulle associazioni culturali, generalmente organizzazioni di iniziativa popolare, diano informazioni sul dinamismo culturale delle zone urbane, mentre i dati relativi alle attività istituzionali siano più utili per comprendere gli interventi della pubblica amministrazione per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale capitolino.


Offerta culturale istituzionale

La distribuzione delle attività culturali istituzionali è fortemente monocentrica: la maggior parte dell’offerta culturale è concentrata nel centro storico e in alcuni quartieri di interesse storico e architettonico come l’EUR o Appia Antica. Generalmente l’incidenza dell’offerta culturale diminuisce con l’aumentare della distanza dal centro (Figura 1).

Figura 1. Luoghi della cultura istituzionali


Offerta culturale delle associazioni

Anche le associazioni culturali sono maggiormente diffuse nei quartieri centrali; le incidenze maggiori si riscontrano nel primo e nel secondo municipio. Allontanandosi da questo nucleo (centro e centro-nord), le associazioni sono molto meno diffuse, anche se alcuni quartieri di origine popolare, come Garbatella, San Lorenzo o Tor Pignattara, danno segnali di forte attività, legata alla presenza delle università e al fenomeno della Gentrificazione. In alcuni quartieri ricchi come Colli Portuensi o Gianicolense è possibile osservare un maggior interesse verso l’associazionismo culturale piuttosto che in quartieri come l’Eur o le Tre Fontane (Figura 2).

Figura 2. Associazioni culturali

La prima osservazione riguarda il fatto che ad una forte concentrazione di laureati corrisponde quasi sempre un’elevata concentrazione di associazioni culturali.

Diversi quartieri del quadrante Roma Est (Casilino, Tor Sapienza, Tor Fiscale), caratterizzati da forme di disagio socioeconomico ed elevata disoccupazione, hanno comunque dimostrato una vivacità culturale legata alla presenza delle associazioni, a testimonianza del fatto che le iniziative culturali dal basso concorrono alla riqualificazione del patrimonio culturale e alla valorizzazione delle risorse umane nelle periferie. Invece, in altre zone periferiche con alto tasso di disoccupazione nei pressi del GRA (Romanina, Casalotti), le associazioni sono praticamente assenti, a dimostrazione del fatto che l’eccessiva espansione edilizia di Roma ha portato alla creazione di quartieri con bassa densità di popolazione, isolati e con scarsa interazione sociale.

Confrontando la densità di popolazione nel Comune di Roma con quella delle associazioni culturali, appare che un livello minimo di densità di popolazione sia una condizione necessaria per lo sviluppo dell’associazionismo culturale: quasi tutte le zone con densità inferiore a 56,14 abitanti per ettaro come Ponte Galeria, Prima Porta e Santa Palomba hanno una concentrazione minima di associazioni (sotto le 0,3 per mille abitanti).

Il confronto con la concentrazione delle piazze per ettaro evidenzia il fatto che nelle zone periferiche le associazioni culturali si diffondono dove le infrastrutture (come le piazze) permettono una dimensione di vita comunitaria e una buona interazione sociale. Quartieri come Garbatella, Gianicolense, Villaggio Giuliano, con una buona dotazione di luoghi della socializzazione, hanno anche una forte presenza di associazionismo culturale; quartieri come Vallerano-Castel di Leva, Gregna, Sacco Pastore, con una pessima dotazione di piazze, sono anche caratterizzati dalla quasi totale assenza di dorme di associazionismo culturale.

Infine, per approfondire il tema delle disuguaglianze nelle periferie sembra opportuno parlare delle aree più disagiate: i quartieri di edilizia popolare e le zone O (sorte abusivamente). Confrontando la mappa dei cinema, teatri, biblioteche per mille abitanti con la mappa delle case popolari e con la mappa delle zone O, osserviamo che le zone di edilizia popolare hanno una maggiore offerta rispetto a quartieri limitrofi essendo frutto di una pianificazione urbanistica, mentre le zone O sono totalmente prive di servizi culturali.


Conclusioni

  • Roma è una città profondamente diseguale nella distribuzione delle attività culturali istituzionali e delle associazioni culturali; nel Centro Storico si concentrano l’offerta culturale e gli investimenti delle istituzioni in cultura, mentre periferie estese ne sono quasi prive.
  • Con l’associazionismo culturale la popolazione prova a sopperire alla mancanza di spazi culturali istituzionali in determinati quartieri periferici.
  • Riteniamo che una politica culturale efficace dovrebbe partire dalla riqualificazione dei quartieri più disagiati e cresciuti spontaneamente, investendo in pianificazione urbanistica (con spazi per la socialità), in tutela del paesaggio e in luoghi della cultura istituzionali.
  • Le politiche culturali dovrebbero essere indirizzate, inoltre, alle zone urbanistiche periferiche ricche di associazioni culturali, perché queste sarebbero pronte per ricevere e mettere in uso le opportunità fornite, come fondi o spazi per la cultura.
  • La crescita culturale di un territorio può essere parte di un processo virtuoso di evoluzione anche sociale ed economica ed è fondamentale per il benessere delle persone.


Bibliografia

Carlo Cellamare,“ 2016. “Fuori raccordo: abitare le periferie romane” Donzelli editore.

Keti Lelo, 2019. From the subsidized muse to creative industries: convergences and compromises Roma Tre Press.

Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi, 2019. “Le mappe della disuguaglianza” Donzelli editore.

Roma Capitale-Ufficio di Statistica, 2020. Il benessere Equo e Sostenibile a Roma terzo rapporto 2020

Sito viviSanLorenzo.it San Lorenzo le origini www.vivisanlorenzo.it/origini_san_lorenzo.htm

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