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La città di Roma: sulla strada per una mobilità sostenibile

di Giulia Bellucci, Matteo Marcelli, Alessandro Marcotulli, Francesco Meloro, Francesca Zottino

Roma, tipicamente conosciuta come la città dell’arte e della cultura, risulta essere anche la città più congestionata del mondo nel 2019, secondo INRIX Global Traffic Scorecard. Nel Rapporto del 2020, a causa delle forti restrizioni imposte dal governo per contrastare l’emergenza pandemica, la città è scesa all’undicesimo posto. Tuttavia, la mancanza di una viabilità fluida è ormai da tempo un problema della metropoli.

L’obiettivo dell’analisi da noi sviluppata può essere riassunto nel tentativo di comprendere quali siano le cause di una tale difficoltà nella viabilità urbana della capitale, e di identificarne le possibili soluzioni. Tra le più rilevanti, la soft mobility (o mobilità dolce) emerge come indiscussa protagonista in tutte le città, europee e non, che mirano a raggiungere una mobilità maggiormente sostenibile. A tale scopo, abbiamo realizzato un’indagine quantitativa, attraverso un questionario somministrato a 101 soggetti e finalizzato a indagare a fondo la percezione dei cittadini romani in tema di trasporti e mobilità. L’analisi effettuata sui dati raccolti rappresenta il riscontro empirico della ricerca. Chiaramente, un’integrazione tra i dati raccolti e analizzati internamente con dati desk, è stata necessaria per garantire completezza al progetto.

Siamo partiti analizzando il contesto attuale della città di Roma in tema di traffico e congestione stradale, per poi passare a strade, rete su ferro, autobus e tram, confrontando tali dati con la percezione dei cittadini rispetto ai medesimi servizi. Le strade mostrano altissimi livelli di congestionamento, fenomeno che causa inevitabilmente effetti negativi sull’ambiente producendo inquinamento atmosferico e acustico. I trasporti privati, dichiarati come mezzo di spostamento preferito dal 70% degli intervistati, costituiscono una rilevante fonte di emissioni di PM10 e PM2.5, le polveri sottili che sono tra i principali agenti inquinanti e dannosi per la salute.

Figura 1: TomTom, (2020), Rome traffic report – TomTom Traffic Index.

La Figura 1 mostra il livello di congestione stradale a Roma in una settimana, facendo riferimento ai valori medi settimanali nell’anno 2020. Evidenziando le differenze che intercorrono tra le fasce orarie, è immediato notare come le fasce maggiormente caratterizzate dal traffico siano quelle dalle 8:00 alle 9:00, ma ancor di più dalle 16:00 alle 18:00, specialmente nella giornata di venerdì, in apertura del fine settimana.

A questo punto ci siamo chiesti, è realmente possibile pensare di ovviare alla, ormai radicata, problematica della congestione stradale a Roma? E, se sì, in che modo? La riduzione del traffico, sia urbano che extraurbano, è certamente possibile, ma richiede un massiccio processo di interventi concernenti il miglioramento delle velocità, frequenze e regolarità del TPL e un aumento dei costi connessi all’utilizzo della vettura privata, come ad esempio la sosta tariffata. Nel piano mobilità del Lazio sono riportate alcune azioni di breve-medio periodo che si concretizzano in interventi di tipo materiale e immateriale, al fine di risolvere i problemi di congestione e di insoddisfazione dei cittadini, i quali lamentano una scarsa accessibilità del trasporto pubblico, soprattutto nelle zone periferiche. Il sistema del trasporto pubblico è composto da diverse reti, su ferro e non. La metropolitana comprende 3 linee, identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 59,4 km e 73 stazioni. La città è, inoltre, provvista di 8 linee ferroviarie gestite da Trenitalia e 3 ferrovie ex-concesse di proprietà della Regione Lazio. Il trasporto pubblico capitolino è attualmente affidato ad Atac, gestore pubblico di proprietà di Roma Capitale, e Roma Tpl, consorzio di aziende private. Il servizio utilizzava al 31-12-2019 un parco mezzi di 2.834 unità, di cui 2.258 di superficie, con 2.094 autobus e 164 tram.

I dati raccolti e analizzati attraverso le interviste ci hanno offerto una visione più ampia della questione. Abbiamo costruito i due grafici che mostrano il livello di accessibilità alla rete di trasporto pubblico percepita dai cittadini, distinguendo per la zona di residenza o il municipio di appartenenza. Il primo grafico (Figura 2) è un box plot realizzato al fine di confrontare il centro e le periferie, mostrando quanto la rete di trasporto pubblico è considerata accessibile su una scala Likert da 1 (per niente accessibile) a 5 (molto accessibile). La box in corrispondenza della zona “Centro” mostra una minore variabilità, con una media di giudizi (3,64) più elevata rispetto al caso “Periferia” (3,13). La box relativa a quest’ultima, risulta invece essere maggiormente variabile, ovvero con giudizi che variano dal minimo al massimo giudicabile.

Figura 2: Box Plot accessibilità rete pubblica per Zona di residenza – nostra elaborazione su dati questionario

Questi dati mostrano come il centro sia percepito dai residenti come più facilmente accessibile e organizzata in tema di rete pubblica; le periferie invece non sono uniformi; è dunque necessario indagare più a fondo, focalizzando l’attenzione su eventuali analogie o differenze tra i vari municipi di residenza.

Figura 3: Box Plot accessibilità rete pubblica per Municipio – nostra elaborazione su dati questionario

Nel grafico mostrato sopra (Figura 3) emerge come i municipi V e XII, a giudizio dei residenti, risultino avere una migliore accessibilità media (rispettivamente 4,33 e 3,54) alla rete di trasporto pubblico. In particolare, nel municipio XII l’assenza di un’adeguata rete su ferro viene sopperita dalla medio-alta densità di fermate di autobus e tram. Altri due casi meritevoli di attenzione sono il municipio VIII e XIV. Il municipio XIV risulta avere una media di giudizio inferiore agli altri (2,4) e una minore variabilità dei giudizi, a giudicare dall’altezza della barra. Al contrario, il municipio VIII, nonostante abbia una media inferiore (3,53) rispetto ai primi due, risulta avere una minore variabilità di giudizi tutti al di sopra del valore 3 e una mediana pari a 4. Da questa analisi emerge che i municipi più vicini al centro città registrano giudizi più elevati da parte dei residenti circa l’accessibilità ai servizi di rete pubblica, a differenza dei municipi più periferici, nei quali viene registrata maggiore insoddisfazione.

Risulta innegabile un profondo e persistente malcontento da parte dei romani in tema di gestione dei servizi di mobilità: il 94% dei rispondenti ritiene che le amministrazioni locali debbano rendere la rete di trasporti pubblici più estesa. Inoltre, il grafico riportato sotto (figura 4), ci ha permesso di mettere in relazione il giudizio espresso dagli utenti con la loro risposta alla domanda seguente “Ritieni che ti amministrazioni locali debbano rendere la rete di trasporti pubblici più estesa?”. Si nota come, anche rispondenti che non ritengano sia necessario estendere la rete di trasporto pubblico, esprimano giudizi mai superiori al livello 3 su 5.

Figura 4: Istogramma soddisfazione per necessità di aumento rete pubblica – nostra elaborazione su dati questionario

Consapevoli, dunque, che un problema nella gestione dei trasporti pubblici a Roma esiste e non è secondario, quali potrebbero essere le priorità di intervento da parte delle amministrazioni locali? Per rispondere a questa domanda abbiamo realizzato un diagramma di Pareto utilizzando le criticità dei servizi di mobilità pubblica della capitale, secondo i rispondenti al questionario.

Figura 5: Diagramma di Pareto per criticità servizio mobilità pubblica – nostra elaborazione su dati questionario

Osservando il grafico si notano la lentezza e i ritardi del servizio, ma anche la limitata frequenza delle corse offerte, come i problemi maggiormente sofferti da cittadini romani. Sulla base di ciò̀ le amministrazioni locali dovrebbero intervenire sulle prime due problematiche, con l’obiettivo di risolvere quasi il 60% dei reclami. In che modo? Ipotizzando un piano di analisi interna per individuare soluzioni finalizzate all’aumento del numero di corse, al miglioramento della puntualità̀ e alla maggiore velocità dei servizi. Tuttavia, oggi è necessario anche trovare soluzioni innovative, all’insegna di una mobilità che sia sostenibile nel tempo e che sfrutti le nuove tecnologie, con l’obiettivo di garantire ai romani un benessere più elevato.

Le amministrazioni locali hanno tentato di ovviare a queste problematiche introducendo e sviluppando l’idea di soft mobility, definita come una forma speciale di mobilità sostenibile in grado di ottimizzare la viabilità urbana, mantenendo il diritto individuale di muoversi [1]. Ad oggi la maggior parte delle città metropolitane in Italia e in Europa sono impegnate nel disegno ed attuazione di politiche mirate ad alleviare la congestione del traffico e a migliorare la viabilità. Roma si sta muovendo verso uno scenario eco-sostenibile con grandissime difficoltà: è lecito pensare che i romani difficilmente lasceranno i loro veicoli privati in assenza di un’adeguata diffusione e promozione dei servizi di mobilità dolce ed un riscontro positivo circa l’efficienza nel loro utilizzo. Solo un’accorta pianificazione di lungo termine di piste ciclabili, percorsi pedonali e servizi innovativi (come la micromobilità elettrica) potrebbe garantire una buona riuscita del cambio modale, con il fine ultimo di ottenere un miglioramento della circolazione, e non sortire l’effetto contrario. Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) prevede miglioramenti in ottica di breve, medio e lungo periodo. Nella figura riportata sotto possiamo notare come la rete ciclabile capitolina si possa estendere in ottica di lungo periodo.

Figura 6: PUMS scenari di riferimento e di piano – www.salvaiciclistiroma.it

In uno scenario in cui la volontà di innovazione in tema di trasporti è in continua crescita, è necessario comprendere che ruolo svolga la sharing mobility nel processo di cambiamento delle abitudini di trasporto dei romani. Analizzando la copertura dei vari servizi presenti a Roma si nota che il servizio sharing copre solo in minima parte i municipi più densamente popolati, concentrandosi maggiormente in poche zone più centrali. I nostri dati ci inducono a concludere come le vantaggiose opportunità che comporta la fruizione dei servizi sharing non siano adeguatamente sfruttate. Circa il 60% dei rispondenti, tra coloro che hanno utilizzato almeno una volta un servizio sharing, lo hanno fatto per motivi di svago e non per azioni abitudinarie come recarsi al lavoro o recarsi in un luogo di studio, come si può notare dalla Figura 7.

Figura 7: Grafico a barre occasioni d’uso servizi sharing – nostra elaborazione su dati questionario

Confrontando il panorama della capitale con altre città metropolitane italiane come Milano, ma anche estere, come Parigi, è evidente come Roma risulti essere non ancora adeguatamente aggiornata in tema di mobilità sostenibile. Di cosa ha bisogno Roma per fare un passo in avanti? Abbiamo tentato di rispondere a questa domanda, soffermandoci su due punti chiave: le istituzioni pubbliche e il coinvolgimento dei cittadini. Da una parte, le istituzioni devono credere nell’importanza della mobilità sostenibile e investire al fine di svilupparla, come gesto di responsabilità nei confronti dei cittadini e dell’ambiente. Di pari passo, un incremento, in qualità e in quantità, della promozione dei nuovi servizi (come lo sharing mobility) e un aumento della copertura sul territorio, potrebbe indurre l’utilizzatore a compiere “il primo passo”. Una volta testati i vantaggi del servizio, quest’ultimo può diventare per il cittadino un’abitudine di trasporto. Solo se e quando i romani inizieranno a credere in prima persona nei benefici di una rete di mobilità sostenibile, riusciranno a modificare le proprie abitudini in maniera consapevole.

[1] La Rocca, R. (2010). Soft Mobility and Urban Transformation. TeMA – Journal of Land Use, Mobility and Environment2. https://doi.org/10.6092/1970-9870/125



APPENDICE: IL QUESTIONARIO

  • Genere
  • Età
  • Vivi a Roma?
  • Occupazione

(Per chi ha risposto “Sì” alla domanda 3)

  • In che zona di Roma abiti?
  • Municipio di residenza

(Per chi ha risposto “No” alla domanda 3)

  • In che città vivi?
  • Quale mezzo di trasporto utilizzi più frequentemente?
  • Con quale frequenza utilizzi il mezzo sopra indicato?
  • Sei soddisfatto dei servizi di mobilità della città di Roma?

(Risposta in Scala Likert 1-5)

  • Quale credi che sia il servizio di mobilità meno efficiente?
  • Come raggiungi il mezzo di trasporto pubblico che utilizzi più frequentemente?
  • Quanto ritieni accessibile la rete di collegamento dei trasporti pubblici nella tua zona di residenza? (Risposta in Scala Likert 1-5)
  • Ritieni che le amministrazioni locali debbano rendere la rete di trasporti pubblici più estesa?
  • Quali ritieni sia la debolezza più grande dei servizi di mobilità pubblica a Roma?
  • Hai mai usufruito dei servizi di sharing?

(Per chi ha risposto “Sì” alla domanda 16)

  • Quali servizi sharing hai utilizzato?
  • Con quale frequenza utilizzi i servizi sharing?
  • In quale occasione ti capita di utilizzare un servizio sharing?
  • Ritieni che un servizio condiviso sia più vantaggioso rispetto all’utilizzo di un mezzo privato?
  • Motiva la tua risposta.
  • Hai la percezione che i servizi di sharing siano in via di sviluppo a Roma?
  • Ritieni che lo sviluppo dei servizi di sharing sia più avanzato fuori dalla città di Roma?
  • Ritieni che lo sviluppo dei servizi di sharing sia più avanzato fuori dall’Italia?
  • In quale paese o città ritieni che i servizi sharing siano maggiormente sviluppati?
  • Ritieni che impegnarsi nello sviluppo di una mobilità sostenibile (piste ciclabili e servizi di sharing) sia utile per ridurre l’inquinamento atmosferico?
  • Ritieni che impegnarsi nello sviluppo di una mobilità sostenibile (piste ciclabili e servizi di sharing) sia utile per migliorare la circolazione?
  • Ritieni che le amministrazioni locali si impegnino a sufficienza nello sviluppo di una mobilità sostenibile (piste ciclabili e servizi di sharing)?
  • Che consiglio daresti alle amministrazioni locali in tema di gestione della mobilità sostenibile (piste ciclabili e servizi di sharing)?

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