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Disuguaglianze a Roma: il caso del Municipio 15

di Matteo Oliverio, Massimo Pallottino

Sommario

Il presente studio esamina il fenomeno delle disuguaglianze, intese come un fattore multidimensionale, che incide su diversi aspetti della vita umana e sociale. In particolare, l’obiettivo principale della ricerca è quello di verificare se nel territorio del XV Municipio di Roma, generalmente riconosciuto come una realtà ricca e sviluppata, esistono delle condizioni di disuguaglianza, se si riscontrano dei fattori sociali e urbanistici associati al fenomeno delle disuguaglianze e che tipo di raffronto si può fare tra i dati che emergono dall’analisi del suddetto territorio rispetto agli altri municipi del comune di Roma.


Il Municipio 15: oasi di benessere o specchio di disuguaglianze?

I municipi di Roma sono stati definiti con la delibera Capitolina n. 11/2013, che ha stabilito, per ciascuno di essi, la perimetrazione, i confini territoriali e, conseguentemente, il numero degli abitanti. Il territorio del XV Municipio è suddiviso in 14 zone urbanistiche[1].

Il XV Municipio si presenta come il territorio più esteso rispetto agli altri quattordici municipi, così come è possibile vedere dalla Tabella 1. Nello stesso tempo è il Municipio con la minore densità abitativa, pari a 857 abitanti per chilometro quadrato. La densità media della città di Roma è di 2.200 abitanti per chilometro quadrato: quasi il triplo della densità del XV Municipio che è 10 volte meno denso del V Municipio. Il territorio del Municipio, ed in particolare le sue aree periferiche, è stato interessato negli ultimi decenni da un fenomeno di dispersione insediativa e di crescita disordinata: si tratta del fenomeno dello sprawl urbano, particolarmente evidente in particolare nel periodo degli anni tra il 1993 e il 2008[2].

Da un punto di vista socioeconomico, l’area del XV Municipio viene generalmente accreditata per condizioni sociali ed economiche medio alte, soprattutto se paragonate ad un territorio cittadino fortemente eterogeneo. Nel rappresentare l’Indice di Sviluppo Umano su base municipale, la #mapparoma12  evidenzia una zona, il centro-nord (di cui fa parte il Municipio XV), caratterizzata dal benessere diffuso e dalle grandi opportunità[3]. Tale rappresentazione trova riscontro anche nel riconoscimento di una subcultura popolare di ‘Roma Nord’, rappresentata in numerose serie tv e fenomeni culturali diffusi in rete.

L’esperienza empirica delle condizioni del territorio sembra tuttavia suggerire la necessità di un’analisi di maggiore dettaglio. L’ipotesi alla base di questo elaborato è che a fronte del benessere che viene complessivamente registrato nel territorio del XV municipio attraverso misurazioni come quelle dell’Indice di Sviluppo Umano, vi sia un livello di disomogeneità che può essere colto soltanto da un’analisi a scala più fine. Le domanda cui questo elaborato si propone di rispondere è dunque la seguente: a fronte di una immagine stereotipata di un Municipio XV inserito in una Roma Nord ‘benestante’, in che modo si distribuisce tale benessere? Se esistono elementi che segnalano un certo livello di disomogeneità e di diseguaglianza, in che misura tale condizione è paragonabile a quella di altri territori, a livello cittadino?


Metodologia e strumenti di ricerca

Il metodo della ricerca si basa su due elementi focali. Il primo tiene conto della suddivisione territoriale che caratterizza il territorio romano che è suddiviso in ‘zone di censimento’: le entità territoriali più piccole, sulla base dei quali l’ISTAT raccoglie e mette a disposizione alcuni dati del censimento. Il secondo elemento riguarda l’adozione dalla deviazione standard come proxy di disuguaglianza: essa indica infatti la variabilità di una grandezza all’interno di una popolazione. Più precisamente, ad alti valori di deviazione standard sono associati alti valori di variabilità e, quindi, di disuguaglianza. I dati disponibili per zona di censimento diventano dunque la base per calcolare gli indicatori identificati per rispondere alle domande di ricerca; le zone di censimento per aggregazione formano le zone urbanistiche, rendendo possibile calcolare la deviazione standard dei suddetti indicatori. 

L’elaborazione dei dati disponibili è stata effettuata con il software R, e i risultati dell’elaborazione sono stati associati alle informazioni necessarie per georeferenziarli, e trattati con il software QGIS, allo scopo di presentarne i risultati attraverso delle mappe. 

Gli ultimi dati disponibili con questo livello di dettaglio sono quelli del Censimento generale ISTAT del 2011[4]. Si tratta di dati che non tengono conto di molti cambiamenti che hanno investito Roma negli ultimi 10 anni; e tra questi la pandemia da Covid-19 che ha pesantemente toccato la nostra città, e tutto il pianeta, negli ultimi due anni. Nonostante si tratti di dati relativamente poco aggiornati, si ritiene che essi mantengano un certo grado di validità.


L’indice di vulnerabilità sociale e la sua variabilità.

Il fenomeno oggetto del presente elaborato è stato rappresentato attraverso la costruzione di un indice specifico, sulla base dei dati resi disponibili dall’ISTAT a livello di zona di censimento. Si è dunque identificato un Indice di Vulnerabilità Sociale, che d’ora in poi sarà chiamato con l’acronimo IVS costituito a sua volta da tre indici[5]:

1. l’abbandono scolastico, ovvero i residenti che non concludono il ciclo di studio secondario;

2. la disoccupazione;

3. il rapporto tra la forza lavoro femminile con quella maschile.  

Il primo indicatore riguarda l’educazione scolastica, elemento centrale per l’approccio delle capabilities[6] nella teoria dello Sviluppo Umano. Secondo Amartya Sen, l’educazione rappresenta un catalizzatore rispetto a tutti gli aspetti che rendono la vita degna di essere vissuta[7], in quanto è l’elemento chiave che permette una vera espansione delle prospettive di una vita piena e soddisfacente. È utile evidenziare a tale scopo che le carenze, ovvero le deprivazioni che si verificano sul piano scolastico, come per esempio la non conclusione del ciclo di studi, comportano privazioni e sacrifici in molti aspetti della vita umana che non si esauriscono, ovviamente, solo nell’ambito lavorativo.

Il secondo indicatore tiene conto dello status lavorativo delle persone. Anche in questo caso è opportuno considerare l’occupazione (e quindi la disoccupazione) non solo in riferimento alla propria utilità principale, ovvero di produrre reddito, aspetto sicuramente importante per la vita delle persone; ma, anche, per la valenza di ‘inclusività’ che una condizione di occupazione implica per chi, attraverso le proprie condizioni lavorative, si percepisce come attivamente integrato nel corpo sociale.

L’inclusione del terzo e ultimo indicatore invece, ha lo scopo di rappresentare la componente relativa ai divari di genere. Questo elemento è importante per due ordini di motivi. Il primo può essere visto in termini giuridici, politici e morali. L’uguaglianza tra tutti i cittadini, sancita dall’articolo 3 della nostra Costituzione, è prevista anche dall’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ciò a testimonianza del fatto che l’azione per rimuovere i divari di genere è una priorità politica, condivisa in termini di principio sia dalla nostra comunità nazionale che a livello globale. Il secondo motivo lo troviamo nella mapparoma20. In quest’elaborato il gender gap, calcolato come rapporto tra forza lavoro femminile e forza lavoro maschile, è considerato come un proxy per analizzare la disparità dei ruoli sociali e dunque la disuguaglianza. Il calcolo dell’IVS per zona di censimento è rappresentato nella Figura 1

      Figura 1: Media Indice di Vulnerabilità Sociale – Municipio XV, Roma

I valori più alti dell’IVS si registrano nei territori (zone urbanistiche) di La Storta (20h), Labaro (20m) e Tomba di Nerone (20c): si tratta delle aree dove, a fronte di un certo livello di benessere medio calcolato per l’intero municipio è possibile identificare le sacche di disagio, attraverso indici significativamente più elevati rispetto alle zone socialmente più favorite. Queste ultime sono identificate nelle zone urbanistiche Grottarossa Ovest (20e) Grottarossa Est (20f) Foro Italico (20x); zone relativamente poco popolate. E nelle zone Acquatraversa (20b) e Giustiniana (20g), il cui livello socioeconomico è ben noto. Le zone urbanistiche Labaro e Tomba di Nerone sono tra l’altro le più popolose del municipio, esse sole insieme comprendono infatti circa un terzo dell’intera popolazione del Municipio 15. Tale risultato va raffrontato con quanto riportato dal più recente lavoro del gruppo di Mapparoma[8] dove la zona urbanistica del Labaro risulta inserite nella ‘città dell’automobile’; e dove, con una tensione che certamente meriterebbe un ulteriore approfondimento, la zona urbanistica Tomba di Nerone risulta inserita nella ‘città ricca’. 

Se la media di ‘relativo benessere’ relativa al Municipio 15 nel suo insieme fosse equamente distribuita, i valori riscontrati nelle diverse zone urbanistiche dovrebbero presentarsi in modo relativamente omogeneo. Invece, come mostrato nella Figura 1, l’Indice di Vulnerabilità sociale si distribuisce invece in maniera eterogenea nelle diverse zone urbanistiche che compongono il territorio municipale. In particolare, è necessario evidenziare una differenziazione tra le zone urbanistiche che si trovano all’interno del Grande Raccordo Anulare e quelle che si trovano al di fuori dello stesso (con l’eccezione di Tomba di Nerone – 20c), a conferma del fatto che, come mostrano gli autori delle Mappe della Disuguaglianza, i quartieri fragili sono quelli più lontani dal centro, con meno densità abitativa e meno “storicizzati”[9].

Se appare chiara l’eterogeneità dei risultati di questo primo livello di analisi, un ulteriore passaggio è quello di verificare la variabilità del valore dell’IVS, calcolata per zona di censimento, in base alla zona urbanistica. Un valore elevato di variabilità viene considerato segnale di una disomogeneità di condizioni e dunque di disuguaglianza. 

Figura 2: Variabilità Indice di Vulnerabilità Sociale – Roma

I dati riportati nella Figura 2 indicano dunque in che modo i livelli di vulnerabilità appaiano distribuiti all’interno delle zone urbanistiche. I valori più alti di dispersione della media dell’IVS per zona urbanistica si riscontra nelle zone Grottarossa Est e Ovest, dove c’è una bassa densità abitativa, e una bassa vulnerabilità media: si segnalano dunque all’interno di queste zone delle aree particolarmente vulnerabili. Un valore elevato di variabilità viene segnalato anche nella zona di Prima Porta. Al contrario una bassa variabilità si riscontra nelle zone di Tomba di Nerone e (in misura minore) Labaro: le zone più popolose e dove l’IVS presentava valori più elevati. Si tratta quindi delle zone dove sembrerebbero concentrarsi le sacche di maggiore difficoltà, senza una grande variabilità: vale a dire con valori distribuiti in modo abbastanza uniforme. Si tratta di un elemento significativo soprattutto in ragione del numero degli abitanti di queste due zone urbanistiche. 


Il Municipio 15 a confronto con la città di Roma

L’analisi svolta nei paragrafi precedenti indica che non è possibile definire il Municipio 15 come un’entità territoriale omogenea sotto il profilo socioeconomico, nei termini definiti dall’Indice di Vulnerabilità Sociale, e dalla sua variabilità. Si è cercato in questo modo di mostrare l’importanza di un’analisi su scala più ridotta, allo scopo di catturare meglio i caratteri di disomogeneità presenti nei diversi territori. Lo stesso tipo di approccio può essere adottato su scala cittadina. Le figura 3 e 4 mostrano i risultati del calcolo dell’ISU, già sopra richiamati, a paragone con l’Indice di Vulnerabilità Sociale. E’ abbastanza evidente la correlazione inversa tra ISU e IVS: laddove si riscontra un elevato ISU, è presente un valore più basso di IVS. Tale riscontro rappresenta un argomento in supporto all’ipotesi che l’IVS catturi efficacemente dimensioni fortemente correlate all’ISU.

Figura 3. Indice di Sviluppo Umano per Municipi (Fonte: www.mapparoma.info)
Figura 4 Indice di Vulnerabilità Sociale per Municipi (Fonte elaborazione da dati Istat Censimento 2011)

Le aree del territorio cittadino che si caratterizzano per un basso livello di sviluppo umano e per un alto livello di vulnerabilità sono abbastanza caratterizzate. Non così una rappresentazione della disomogeneità (e disuguaglianza) presente nelle diverse zone della città: si tratta di un confronto utile anche per verificare come le caratteristiche riscontrate nel territorio del XV Municipio (alto sviluppo umano, e alta variabilità dell’IVS) possano essere paragonate alla situazione degli altri Municipi. 

La variabilità dell’IVS è stata calcolata per tutti i Municipi, e i risultati di questo calcolo sono stati messi in relazione con i dati dell’Indice di Sviluppo Umano, e rappresentati per mezzo di uno scatter plot[10]. Il grafico presente in Figura 5 va letto da sinistra verso destra per valori crescenti di variabilità di IVS mentre, dal basso verso l’alto per valori crescenti di HDI. In questo modo si evidenziano diverse relazioni tra alti e bassi livelli di sviluppo umano, e di variabilità dell’IVS. 

I municipi a più alto sviluppo umano sono: il 1°, il 2° e il 15°. Tra quelli che presentano un basso sviluppo umano si annoverano: il 5°, il 6° e il 10° municipio. Lo scatter plot evidenzia la coesistenza di due città: da un lato il benessere diffuso e le grandi opportunità di inclusione tipiche del centro e di Roma Nord, e dall’altro lato uno stato di disagio socioeconomico profondo e preoccupante, soprattutto nel quadrante est e nel litorale, ovvero nel 10° Municipio[11]. Il grafico mette però in evidenza diverse modalità in cui il livello di sviluppo umano si relazionano con un’alta o bassa variabilità dell’IVS. I municipi che presentano la maggiore variabilità, invece, sono il 15°, il 6° e il 10°, mentre le variabilità minori si registrano nei territori del 2°, 7° e 12° municipio. Si possono esprimere delle considerazioni per i Municipi che si trovano agli estremi del grafico della Figura 5, rendendo esplicito il motivo per cui è importante analizzare il fenomeno delle disuguaglianze in ottica di sviluppo.

Figura 5 Scatter Plot (IVSds; HDI) – Roma

Dall’esame della Tabella 2 è possibile avanzare le seguenti considerazioni:

• il Municipio 10 presenta sia un basso sviluppo che un’alta disuguaglianza e segnala, pertanto, un’alta concentrazione del poco benessere presente in quel territorio nelle mani di pochi.

• il Municipio 15 presenta un alto livello di sviluppo. Ma non può essere considerato un territorio omogeneo per l’alto livello di disuguaglianza che si registra, come più dettagliatamente illustrato nella prima parte di questo lavoro;

• il Municipio 2, oltre ad essere un territorio sviluppato presenta un livello di disuguaglianza basso: il benessere ivi registrato sembra distribuirsi in modo uniforme tra i suoi residenti;

• il Municipio 5 mostra elementi di forte preoccupazione: non solo il benessere presente nel territorio è scarso ma la sua distribuzione è omogenea. Il livello di deprivazione sembra dunque omogeneamente basso per tutti i cittadini di quel territorio. La tabella che segue riassume diverse tipologie di territorio in relazione alle variabili esaminate

MUNICIPIOHDIVariabilità IVS
10BassoAlta
15Medio-AltoAlta
2AltoBassa
5BassoBassa

Tabella 2: Confronto HDI, IVS, alcuni casi esemplificativi 

L’incrocio della variabilità delle IVS con i livelli di HDI aggiunge un livello di analisi alla sola considerazione dei livelli di benessere, che potrebbe avere implicazioni importanti in termini di policy. I casi nei quali si riscontrano degli alti livelli di variabilità dell’IVS suggeriscono che interventi volti a diminuire le diseguaglianze debbano essere studiati in modo da intervenire in modo selettivo: è infatti possibile che interventi articolati su un certo territorio pur connotato da elementi di fragilità non vadano a toccare quelle fasce della popolazione che prioritariamente dovrebbero essere sostenute. Per contro, in casi come quello del Municipio 15, la media elevata del livello di vita rappresentato attraverso HDI potrebbe scoraggiare l’adozione di misure di contrasto alla povertà e alla fragilità sociale; esse invece sembrano essere estremamente necessarie in ragione della presenza di sacche di difficoltà estremamente accentuate.

Su tale situazione si innesta il periodo della pandemia. Come sottolineato dal gruppo di Mapparoma nel suo lavoro più recente.[12], esso ha generato un’accentuazione del fenomeno delle diseguaglianze, e dunque reso ancora più importante l’argomento a favore di una comprensione del fenomeno della disuguaglianza a una scala più fine.


Conclusioni

L’analisi presentata con questo elaborato ha utilizzato i dati del censimento 2011 per definire un livello di analisi dei fenomeni relativi alle disuguaglianze su scala più fine rispetto alla scala municipale. L’analisi è stata possibile grazie alla disponibilità di dati raccolti per zona di censimento, in occasione del censimento generale condotto dall’ISTAT nel 2011[13]. Grazie a questi dati è stato costruito un Indice di Vulnerabilità Sociale (IVS), che comprende, sulla base dei dati disponili, alcune delle dimensioni utilizzate per costruire l’HDI e di quelle analizzate nei lavori del gruppo di Mapparoma.

L’analisi condotta sul Municipio 15 ha permesso di evidenziare l’esistenza di forti indizi di disuguaglianza all’interno di una zona comunemente ritenuta ad alto sviluppo umano. La stessa metodologia è stata utilizzata per raffrontare la situazione del Municipio 15 con gli altri Municipi di Roma. I risultati di questo raffronto indicano una specificità nel Municipio 15 quanto a livello di sviluppo umano medio-alto e di alta disuguaglianza interna. Quanto agli altri Municipi della Capitale, si riscontra l’esistenza di una certa eterogeneità nel mix di condizioni tra alto e basso sviluppo umano, accoppiato con altra o bassa variabilità dell’IVS. 

Le conclusioni di questo studio suggeriscono l’utilità di analizzare il fenomeno delle disuguaglianze a un livello più fine da un punto di vista di scala territoriale, rispetto a quanto comunemente viene fatto. Tale analisi può fornire qualche utile indicazione per comprendere come concretamente i fenomeni di disuguaglianza si articolano nei territori, nell’ipotesi che questo tipo di comprensione possa aiutare nella formulazione di politiche volte al contrasto efficace di esse.


Allegati

Allegato 1. Comune di Roma: popolazione iscritta ai servizi anagrafici e densità abitativa

MUNICIPIO POPOLAZIONE SUPERFICIE (Kmq) DENSITA’ ABITATIVA (Ab/Kmq) 
I167.33020,098.330,50
II167.64919,668.525,40
III205.75998,032.099,00
IV174.63848,943.568,80
V243.60726,929.049,50
VI256.878113,882.255,80
VII305.00345,846.652,90
VIII130.08947,152.755,40
IX183.476183,311.001,30
X231.220150,741.533,90
XI154.97471,482.168,00
XII140.71973,071.925,80
XIII133.38866,931.992,90
XIV191.851133,51.436,80
XV160.502187,31857,2
    
ROMA2.847.0831.2852.215,63
Dipartimento di Trasformazione Digitale – Comune di Roma, 2019

Allegato 2 Municipio XV: mappa delle zone urbanistiche, popolazione iscritta ai servizi anagrafici e densità abitativa

DenominazioneSuperficie(km²)AbitantiDensità
20A Tor di Quinto3,96 12 8713250,25
20B Acquatraversa1,38 9 8737154,35
20C Tomba di Nerone4,8432 1106634,30
20D Farnesina2,43 19 3167948,97
20E Grotta Rossa Ovest10,88 2 616240,44
20F Grotta Rossa Est2,9 1 278440,69
20G Giustiniana9,29 11 0211186,33
20H La Storta20,5 20 297990,10
20I Santa Cornelia34,26 9 042263,92
20L Prima Porta30,91 3 707119,93
20M Labaro11,67 21 9061877,12
20N Cesano41,33 10 890263,49
20O Martignano10,98 484,37
20X Foro Italico1,97 661335,53
Non localizzati4 866 
    
Totale187,31 160 50252,71
Dati Roma Capitale – Roma Statistica. Popolazione iscritta in anagrafe

[1] In allegato 2 il riferimento alle zone urbanistiche, con i dati relativi alla superficie, agli abitanti, alla densità

[2] Federico Tomassi, «Disuguaglianze, beni relazionali ed elezioni nelle periferie di Roma», Rivista di Politica Economica, marzo 2013: 404.

[3]Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi, Le mappe della disuguaglianza: una geografia sociale metropolitana, Roma, Donzelli, 2019, p. 71.

[4] In anni più recenti l’ISTAT ha cambiato metodologia, passando ad un approccio ‘campionario’. Non sono dunque disponibili dati con questa scala di dettaglio per un periodo più recente.

[5]      dove il termine  rappresenta il tasso di abbandono scolastico;  la disoccupazione totale e  il divario di genere.

[6] Che rappresentano l’insieme delle opportunità/capacità della persona

[8] Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi, Le sette Rome: la capitale delle disuguaglianze raccontata in 29 mappe, Saggine 352, Roma, Donzelli editore, 2021, Mappa 2.

[7] Elemento centrale per l’approccio alle Capabilities di Sen: “Gli assetti sociali in materia di scuola, sanità e simili che una società si dà influiscono sulla libertà sostanziale dei singoli di vivere meglio. Si tratta di occasioni importanti non solo ai fini della vita privata ma anche per una partecipazione più efficace alle attività economiche e politiche”. Amartya Sen, Lo sviluppo è libertà: perché non c’è crescita senza democrazia, Milano, Mondadori, 2001, p. 9.

[9] K. Lelo, S. Monni, F. Tomassi, Le mappe della disuguaglianza, cit., p. 162.

[10] Un grafico di dispersione che permette di posizionare i punti in all’interno di uno spazio cartesiano

[11] K. Lelo, S. Monni, F. Tomassi, Le mappe della disuguaglianza, cit., p. 71.

[12] K. Lelo, S. Monni, F. Tomassi, Le sette Rome, cit., p. 37. 

[13] La metodologia censuaria è stata tuttavia modificata, e i dati per i periodi successivi non saranno più disponibili con questo livello di granularità.

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