La settima #mapparoma mostra la distribuzione della popolazione sul territorio romano. Roma è il principale comune italiano in termini di superficie, popolazione e abitazioni, ed è al contempo il più grande comune agricolo: la superficie non costruita occupa la metà del territorio comunale.
La densità della popolazione (espressa in abitanti per ettaro, mappa a sinistra) diminuisce con l’aumento della distanza dal centro, rispecchiando la struttura fortemente monocentrica del sistema urbano. Le zone urbanistiche periferiche sono quasi sempre caratterizzate da indici di densità bassissimi, ad esclusione del quadrante est, da sempre il più urbanizzato.
La variazione percentuale della popolazione tra il 2001 e il 2011 (mappa a destra) indica invece la tendenza verso l’aumento della popolazione nei quartieri periferici, associata alla diminuzione della popolazione nei quartieri centrali. Il risultato appare coerente con le distribuzioni analizzate in precedenza dei residenti con meno di 30 anni e dei nuclei familiari sopra i quattro componenti.
L’espulsione di parte della popolazione dalla città consolidata, oltre agli effetti sociali, ha forti ricadute per l’organizzazione spaziale e funzionale. Infatti, l’inarrestabile processo di avanzamento “a macchia d’olio” (sprawl) dell’urbanizzazione, sul territorio dell’Agro romano, continua ad aggravare il funzionamento di una già complessa e frastagliata struttura urbana e a mettere a repentaglio la sopravvivenza delle attività agricole e della cintura verde romana.
Il processo va tuttavia inquadrato in una scala geografica più estesa: pur nella sostanziale stabilità nel numero dei residenti, i romani si trasferiscono sempre più verso i comuni costieri e di prima cintura, che a loro volta hanno visto aumenti molto forti della propria popolazione: Ardea e Fiano Romano +65%, San Cesareo +46%, Bracciano +38%, Fonte Nuova e Anzio +35%, Fiumicino +34%.
Andando nel dettaglio dei singoli quartieri, le due mappe sono perfettamente speculari: dove la densità di popolazione è più elevata, ossia nella periferia storica e a Ostia, si osserva anche una contrazione dei residenti tra 2001 e 2011; al contrario, a una densità minore, in particolare fuori dal GRA, si associa spesso un incremento di popolazione anche molto consistente.
La densità di popolazione maggiore (mappa a sinistra) si riscontra nei quartieri di edilizia intensiva e con pochissimo verde della periferia storica a nord (Saccopastore 207, Trieste 170), est (Gordiani 215, Don Bosco 214, Appio 197, Tuscolano 196 e Torpignattara 185) e ovest (Marconi 260, Eroi 233, Gianicolense 176). La densità minore, inferiore a 1 abitante per ettaro, è tipica di zone ultraperiferiche vaste e scarsamente popolate, tra cui (tralasciando quelle prettamente non residenziali) vi sono Tor San Giovanni, Appia Antica Sud, Porta Medaglia, Pantano di Grano, Santa Maria di Galeria e Prima Porta.
L’incremento della popolazione residente nel primo decennio del 2000 (mappa a destra) è maggiore laddove sorgono nuovi insediamenti residenziali prossimi o esterni al GRA, con variazioni percentuali anche superiori al 100%, ossia il raddoppio degli abitanti in soli 10 anni. Ciò vale a est per Omo (178%), Lunghezza (111%, comprendente Ponte di Nona), Barcaccia (107%), San Vittorino (94%) e Lucrezia Romana (81%); a sud per Infernetto (126%), Santa Palomba (121%) e Vallerano Castel di Leva (78%); a ovest per Magliana (141%). Le maggiori riduzioni di abitanti si registrano in alcuni quartieri esterni ma poco popolosi (Centro Direzionale Centocelle ‑23%, Tor Cervara ‑15%), mentre le contrazioni più significative, comprese tra ‑11 e ‑13%, riguardano il centro storico (Trastevere, XX Settembre e Celio), la periferia storica a est (Pietralata, Tiburtino Sud, San Lorenzo e Casal Bruciato), e l’Eur.
NOTA: la popolazione residente è calcolata al netto delle residenze fittizie presso associazioni ed enti.
- Fonte: elaborazione su dati Istat – Censimenti 2001 e 2011
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