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I casi di Covid-19 nei quartieri di Roma (aggiornamento 3 gennaio 2021)

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Al 3 gennaio i casi di Covid-19 a Roma continuano ad aumentare ma decelerando rispetto alle settimane precedenti, fino ad arrivare a 88.900, con un tasso di 318 ogni 10mila abitanti. Partendo dai 12mila del 19 ottobre, i casi sono cresciuti fino ai 20mila del 2 novembre, ai 30mila del 15 novembre, ai 65mila del 29 novembre e ai 76mila del 13 dicembre. L’incremento è quindi stato di quasi 13mila rispetto a tre settimane prima, pari al 17% in più, molto basso rispetto agli aumenti registrati a novembre (fonte Regione Lazio – Dipartimento di Epidemiologia; popolazione di fonte anagrafica).

Il numero elevato dei casi conferma in maniera sempre più evidente che l’incidenza sulla popolazione residente e la percentuale di crescita sono maggiori nelle zone popolari del quadrante est della città, mentre all’inizio della pandemia sembravano colpiti soprattutto i municipi centrali e le zone del ceto medio-alto.

1) In valore assoluto sono 29 le zone urbanistiche (su 140 zone residenziali rispetto al totale di 155) che hanno più di 1000 casi, mentre solo 11 sono ancora sotto la soglia di 100. In generale ovviamente il numero di contagi è elevato in tutte le zone più popolose, soprattutto a est, ma con ben 3560 casi il record rimane di gran lunga a Torre Angela (che comprende Tor Bella Monaca ed è la zona urbanistica più popolosa di Roma). Seguono a grande distanza Centocelle e Borghesiana 1990, Primavalle 1904, Don Bosco 1705, e poi Gianicolense 1430, Gordiani 1410, Tuscolano sud 1380, Torpignattara 1357, Trieste 1329. Queste 10 zone con più contagi sono le stesse rispetto ai mesi precedenti. Tra le zone residenziali, il minimo è a Castel Fusano con 30 casi e a Santa Palomba con 32.

2) In rapporto alla popolazione, tra le sole zone residenziali, il record rimane a Omo come dall’inizio dell’epidemia con 661 ogni 10mila abitanti, seguita da Appia Antica nord 595, Grottarossa ovest 581 e Pisana 504. Seguono tutti quartieri del quadrante est: Pignatelli 473, Settecamini 469, Giardinetti-Tor Vergata 446, Gregna 439, Barcaccia 424, Acqua Vergine (che comprende Ponte di Nona) 420, Tor Fiscale 418, Alessandrina 417, e poi con oltre 400 Torre Angela, Centro Direzionale Centocelle e Tor Tre Teste, con l’unica eccezione a nord-ovest di Santa Maria della Pietà. Anche le zone con la maggiore incidenza sono costanti nelle ultime settimane, mostrando ormai nelle diverse rilevazioni una certa prevalenza nelle periferie intorno al Raccordo dove il disagio socio-economico è maggiore, l’età media è minore e i nuclei familiari sono più numerosi.

3) Per i tassi più bassi tra le zone residenziali si è ormai consolidata la tendenza positiva soprattutto nei quartieri centrali e nel quadrante sud-ovest: il minimo a Celio (185 casi ogni 10mila abitanti) e poi Villaggio Giuliano 189, Castel Fusano 201, Aventino 206, Cecchignola 210, Trastevere 218, Santa Palomba 223, Appio 224, Tuscolano nord 242, San Lorenzo 248, Centro Storico 250, Prati e Garbatella 251. Le zone con i minori contagi non cambiano più molto da una settimana all’altra perché le tendenze si stanno appunto confermando nelle diverse rilevazioni, mostrano risultati migliori nelle zone del ceto medio-alto in centro o intorno all’Eur, con le uniche eccezioni di Castel Fusano e Santa Palomba.

4) L’aumento di casi in nessuna zona urbanistica ha superato il 40% nelle ultime tre settimane, quindi con una forte decelerazione rispetto ai mesi precedenti quando in vari casi si superava il 100%. Gli incrementi maggiori sono in zone periferiche vicino o fuori dal GRA, in tutti i quadranti: Centro Direzionale Centocelle +40%, Castel Fusano +36%, Decima +35%, Porta Medaglia +33%, Santa Maria di Galeria +31% e Massimina +29%. In sette zone urbanistiche eterogenee, tra cui quelle dove l’incidenza è maggiore, la crescita è inferiore al 10%: Aeroporto dell’Urbe, Magliana (che corrisponde a Muratella), Pisana, XX Settembre, Appia Antica Nord, Tor Fiscale e Omo (minimo con +6%).

5) I municipi più colpiti sono quelli della periferia est e in misura minore del quadrante nord-ovest: il massimo continua a essere il VI (Torri) con 391 casi ogni 10mila residenti, seguito da IV (Tiburtina) con 352, V (Prenestina-Casilina) con 345, XIV (Monte Mario) con 339, XIII (Aurelio) con 338 e XV (Cassia-Flaminia) con 336. I contagi sono invece nettamente inferiori alla media romana inalcuni dei municipi con reddito pro-capite più elevato: soprattutto nel I (Centro) e IX (Eur-Laurentina) con 263-264 ogni 10mila abitanti, e poiVIII (Ostiense) e II (Roma nord) con 274, oltre al X (Ostia-Acilia) con 287.

6) Suddividendo Roma nelle “7 città” accennate nell’articolo per il Messaggero e poi ridefinite (la settima è quella degli “invisibili” di cui non abbiamo dati sull’impatto della pandemia), l’area con più contagi rimane la città del disagio con case popolari e quartieri ex abusivi (362 ogni 10mila residenti), seguita dalla città lontana e rarefatta della campagna romana (350) e dalla città anulare ed estensiva intorno e oltre il GRA (331). Sono invece sotto la media romana la città compatta della periferia storica (303) e la città ricca del nord più Eur e Appia Antica (292), mentre conferma il minimo la città storica centrale e turistica (265).

7) La diffusione dei contagi nelle periferie prossime o esterne al Raccordo rafforza i fattori di spiegazione della variabilità tra zone urbanistiche emersi nelle ultime settimane (escludendo come outlier le quattro zone con più contagi). I primi due riguardano la tipologia professionale, e in particolare la quota di addetti al commercio sulla popolazione, sia perché a maggiore rischio di contagio non potendo utilizzare il lavoro agile e dovendo anzi muoversi spesso col trasporto pubblico, sia perché più concentrati nelle zone periferiche, e la quota di addetti alla scuola, ma con inclinazione negativa, forse perché più concentrati nelle zone centrali (coefficienti di correlazione rispettivamente pari a 0,52 e 0,43 ed R quadro di 0,42 e 0,29). Il terzo è invece relativo all’età media dei residenti, con inclinazione negativa a indicare una minore probabilità di contagio tra i romani più grandi (coefficiente di correlazione pari a -0,46 ed R quadro di 0,22), meno presenti nelle periferie esterne al GRA, anche se per loro la malattia è più pericolosa. Il quarto è la quota di laureati sulla popolazione, sempre con inclinazione negativa poiché anche l’istruzione è maggiore nei quartieri centrali rispetto a quelli periferici (coefficiente di correlazione pari a -0,41 ed R quadro di 0,29).

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