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All’11 marzo 2021, subito prima dell’inserimento del Lazio nella zona rossa, i casi di Covid-19 a Roma continuano ad aumentare fino ad arrivare a 122.800, con un tasso di 440 ogni 10mila abitanti. Partendo dai 12mila del 19 ottobre, i casi sono cresciuti esponenzialmente nel corso della “seconda ondata” fino ai 20mila del 2 novembre, ai 30mila del 15 novembre, ai 65mila del 29 novembre e ai 76mila del 13 dicembre. Nel corso del 2021 la crescita è stata più ridotta, dagli 89mila del 3 gennaio ai 108mila del 7 febbraio. L’incremento nell’ultimo mese è stato di circa 14mila contagi, pari al 13% in più, molto basso rispetto agli aumenti di novembre (fonte Regione Lazio – Dipartimento di Epidemiologia; popolazione di fonte anagrafica).
Il numero elevato dei casi conferma in maniera sempre più evidente che l’incidenza sulla popolazione residente e la percentuale di crescita sono maggiori nelle zone popolari del quadrante est della città, mentre all’inizio della pandemia sembravano colpiti soprattutto i municipi centrali e le zone del ceto medio-alto.

1) In valore assoluto sono 47 le zone urbanistiche (su 140 zone residenziali rispetto al totale di 155) che hanno più di 1000 casi, 5 sono oltre 2000 e 1 sola oltre 5000, mentre solo 6 sono ancora sotto la soglia di 100. In generale ovviamente il numero di contagi è elevato in tutte le zone più popolose, soprattutto a est, ma con ben 5064 casi il record rimane di gran lunga a Torre Angela (che comprende Tor Bella Monaca ed è la zona urbanistica più popolosa di Roma). Seguono a grande distanza Borghesiana 2962, Centocelle 2718, Primavalle 2490, Don Bosco 2284 e poi Lunghezza (che comprende Ponte di Nona) 1976, Gianicolense 1875, Torpignattara 1862, Gordiani 1853, Trieste e Morena 1843, Tuscolano Sud 1813. Queste zone con più contagi sono le stesse rispetto ai mesi precedenti, con l’eccezione di Lunghezza. Tra le zone residenziali, il minimo è a Castel Fusano con 51 casi e a Grottarossa est con 59.

2) In rapporto alla popolazione, tra le sole zone residenziali, il record è di Grottarossa ovest con 826 ogni 10mila abitanti, seguita da Omo con 742, che manteneva il primato dall’inizio dell’epidemia, e poi Appia Antica nord 700, Gregna 696 e Pisana 642. Seguono tutti quartieri periferici del quadrante est: Pignatelli 633, Barcaccia 630, Giardinetti-Tor Vergata 615, Settecamini 608, S. Alessandro 592, Quarto Miglio 583, Lucrezia Romana 580, Torre Angela 579, Morena 576, La Rustica 574, Borghesiana 572, S. Vittorino 570. Queste zone con la maggiore incidenza sono quasi sempre le stesse negli ultimi mesi, confermando una certa prevalenza nelle periferie intorno e soprattutto fuori dal GRA dove i residenti crescono, il disagio socio-economico è maggiore, l’età media è minore e i nuclei familiari sono più numerosi.

3) Per i tassi più bassi tra le zone residenziali si è ormai consolidata la tendenza positiva soprattutto nei quartieri più centrali e nel quadrante sud: il minimo a Celio (265 casi ogni 10mila abitanti) e poi Villaggio Giuliano 278, Cecchignola 293, Trastevere 307, San Lorenzo 308, Appio 311, Aventino 320, Tuscolano nord 335, Castel Fusano 341, Centro Storico 342, Ostiense 344, Trieste 349. Le zone con i minori contagi non cambiano più molto da una rilevazione all’altra perché le tendenze si stanno consolidando, e mostrano risultati migliori nelle zone del ceto medio-alto dentro l’anello ferroviario o intorno all’Eur, dove i valori immobiliari sono maggiori e il tasso di laurea più elevato, con l’unica eccezione di Castel Fusano sul litorale.

4) L’aumento di casi ha superato il 20% nell’ultimo mese in 9 sole zone urbanistiche, e in una sola il 50%, quindi con una forte decelerazione rispetto alla seconda ondata di fine 2020 quando in vari casi era superiore al 100%. Gli incrementi maggiori sono in zone periferiche vicino o fuori dal GRA, in tutti i quadranti: Santa Palomba +55%, Quarto Miglio +30%, Lucrezia Romana +26%, Centro Direzionale Centocelle +25%, Castel Fusano +24%, Bufalotta, Grottarossa Ovest, Malafede e Pineto +21%. Al contrario, in 4 zone urbanistiche eterogenee la crescita è inferiore al 6%: Appia Antica nord, S. Lorenzo, Fidene e Grottarossa Est (minimo con +3,5%).

5) I municipi più colpiti sono quelli della periferia est e in misura minore del quadrante nord-ovest: il massimo continua a essere il VI (Torri) con 566 casi ogni 10mila residenti, seguito da IV (Tiburtina) con 488, V (Prenestina-Casilina) con 469, XIV (Monte Mario) e XV (Cassia-Flaminia) con 452, XIII (Aurelio) con 450, VII (Appia-Tuscolana) con 448. I contagi sono invece nettamente inferiori alla media romana in alcuni dei municipi con reddito pro-capite più elevato: soprattutto nel I (Centro) con 362 ogni 10mila abitanti, e poiII (Roma nord) con 373, VIII (Ostiense) con 377, IX (Eur-Laurentina)con 380 e XII (Gianicolense) con 401, oltre al X (Ostia-Acilia) con 414.

6) Suddividendo Roma nelle “7 città” accennate nell’articolo per il Messaggero e poi ridefinite (la settima è quella degli “invisibili” di cui non abbiamo dati sull’impatto della pandemia), l’area con più contagi rimane la città del disagio con case popolari e quartieri ex abusivi (509 ogni 10mila residenti), seguita dalla città-campagna delle periferie lontane e rarefatte (500) e dalla città dell’automobile intorno al GRA (463). Sono invece sotto la media romana la città compatta della periferia storica (411) e la città ricca del nord più Eur e Appia Antica (398), mentre conferma il minimo la città storica del centro turistico (367).

7) La diffusione dei contagi nelle periferie prossime o esterne al Raccordo rafforza i fattori di spiegazione della variabilità tra zone urbanistiche emersi negli ultimi mesi. Il primo è l’età media dei residenti, con inclinazione negativa a indicare una minore probabilità di contagio tra i romani più grandi (coefficiente di correlazione pari a -0,55 ed R quadro di 0,31), meno presenti nelle periferie esterne al GRA, anche se per loro la malattia è più pericolosa. Il secondo è la quota di laureati sulla popolazione, sempre con inclinazione negativa poiché anche l’istruzione è maggiore nei quartieri centrali rispetto a quelli periferici (coefficiente di correlazione pari a -0,50 ed R quadro di 0,25). Gli altri due riguardano la tipologia professionale, e in particolare la quota di addetti al commercio sulla popolazione, sia perché a maggiore rischio di contagio non potendo utilizzare il lavoro agile e dovendo anzi muoversi spesso col trasporto pubblico, sia perché più concentrati nelle zone periferiche, e la quota di addetti alla scuola, ma con inclinazione negativa, forse perché più concentrati nelle zone centrali (coefficienti di correlazione rispettivamente pari a 0,54 e -0,50 ed R quadro di 0,29 e 0,25).



